Pseudo-Lockdown. La resa dell’uno vale uno.

Purtroppo, il tono e le parole del nostro presidente Conte sembrano anticipare di fatto un ricorso a misure drastiche. Il tentativo, neanche troppo velato, degli ultimi giorni di scaricare le responsabilità sulle regioni e sui sindaci è fallito.

Personalmente, da un governo in preda alla disperazione che non sa più cosa fare, mi aspetto anche un tentativo di ricorrere all’esercito per tentare di far digerire un nuovo lockdown (mascherato) con l’obiettivo di abbassare i numeri e renderli nuovamente gestibili. Spero di sbagliarmi e spero nella presa di coscienza di tutti noi. Il virus ancora oggi cammina con le nostre gambe.

Tuttavia, arrivati a questo punto vengono fuori tutti i limiti di persone non formate per governare (saranno sicuramente bravissimi in altri campi) e messe lì su una poltrona che resta comoda fin quando va tutto bene.

Io non voglio nemmeno immaginare se al posto di una pandemia ci fossimo ritrovati a dover affrontare una guerra ma, nonostante tutto, è comunque arrivato (ADESSO, ed è già tardi) il momento di prendere decisioni, che siano popolari o impopolari. Con la coscienza che porteranno alla sicura morte politica del governo che le prenderà.

Il tentare di galleggiare con i piedi attaccati a pesi di piombo non funzionera per sempre, ma solo finché le braccia reggerano. Gli aiuti che lo stato tenta di dare permetteranno alle braccia di nuotare ancora un po… Ma i pesi saranno comunque li.

Auguriamoci che Mattarella abbia la coscienza di chiedere le dimissioni di tutti, la formazione di un governo tecnico (e di unità nazionale) orientato alla sola risoluzione della pandemia e al salvataggio dell’economia Italiana.

Sebbene brutto da dire, forse è il momento di preparci tutti realmente a “essere più ESSERI umani” (cit) cercando di pensare al bene di tutti prima che solo ai nostri interessi.

Siamo sopratutto noi responsabili di quanto sta accadendo avendoceli messi noi su quelle poltrone.

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