Perdifumo 2021: Istruzioni per un voto consapevole.

Care concittadine e cari concittadini, mancano pochi giorni all’inizio della campagna elettorale nel nostro Comune e sento il bisogno di condividere con tutti voi un’ultima riflessione.

Faccio questo perché credo fermamente che quando si dialoga con le persone, sia necessario evitare qualsiasi tipo di ambiguità sul significato dei termini usati.

In caso contrario, non potrei affermare di stare instaurando un dialogo! Bensì, si starei facendo retorica (ovvero, starei provando a convincevi – leggasi plagiarvi – sulla validità delle mie affermazioni manipolando il significato delle stesse).

Come sempre, premetto che non è mia intenzione innescare nessun tipo di polemica. Infatti, mi limito soltanto a constatare la realtà dei fatti e ad analizzarla utilizzando il vero significato delle parole politica, governo, compromesso e accordo politico.

Tutto questo dovrebbe in qualche modo permetterci di comunicare tra di noi essendo sicuri di intendere gli stessi concetti quando utilizziamo alcuni termini specifici della realtà politica.

Ho scelto il titolo “Votare in modo consapevole” in quanto spero che le informazioni che andrò a riportare in questo post possano aiutare tutti noi (me compreso) a pesare in modo oculato quanto ci verrà detto durante tutto il mese di Settembre (mie parole comprese).

Ma iniziamo con ordine.

Cos’è veramente la Politica?

Partiamo dal fatto che di Politiche ne esistono molte. Anche senza voler essere troppo puntigliosi, possiamo identificare quelle più note:

  • Le politiche economiche;
  • Le politiche fiscali;
  • Le politiche sociali;
  • Le politiche educative;
  • Le politiche della vita (biopolitiche);
  • Le politiche estere;
  • Le politiche sanitarie.

E così via!

In mezzo a questo sconfinato campo di arti, possiamo poi identificare ciò che le accumuna tutte quante.

Il termine politica nasconde al suo interno due componenti principali:

  • È un modo di governare qualcosa (ad esempio i rapporti con l’estero oppure il sistema sanitario);
  • È un modo di governare qualcosa secondo un’etica (o una morale) accettata da almeno più di una persona (altrimenti è una dittatura). Un esempio è chiaramente il governo di “destra” orientato all’aziendalismo oppure quello di sinistra orientato ai lavoratori.

E qui dovremmo investigare cosa si intende per governare: sicuramente non si intende comandare (o meglio non nel senso comune che siamo soliti dare a questo termine).

Governare sta ad indicare la capacità di scegliere le azioni migliori per garantire il benessere di coloro che subiscono l’arte di governo.

L’arte di governo richiede la presenza di un leader. Non la presenza di un capo.

Il primo esempio di governo, che quasi tutti noi mettiamo in atto ogni giorno, è la gestione (amministrazione) dell’economia familiare. Chi si occupa dell’economia familiare in realtà governa la famiglia, operando le scelte che tendono ad ottimizzare al massimo il benessere della stessa.

Un altro esempio che può aiutarci a materializzare in mente il vero senso di governare è quello del capitano di una barca che deve attraversare una tempesta per raggiungere un porto sicuro.

Il capitano governa la nave, istruendo i suoi sottoposti ad eseguire determinati compiti (attraverso la catena di comando) in modo da raggiungere l’obiettivo (il porto sicuro). Il capitano è al servizio della nave. Mette le sue capacità di governo al servizio della nave. I suoi sottoposti sono al servizio della nave.

Se il modo di governare la nave, da parte del Capitano, è corretta la nave raggiunge il porto e attraversa la tempesta indenne. Possiamo quindi parlare di buon governo.

Se la nave affonda… possiamo parlare di un modo di governare non adatto ad attraversare la tempesta.

Ma c’è di più!

Non è la nave ad essere al servizio del capitano e dei suoi sottoposti. Il capitano non riceve nessun beneficio dalla sua carica (salvo un compenso economico per il servizio reso). Bensi, è la nave a trarre beneficio dalla metodologia di governo, riuscendo a non affondare.

Ora, definito cosa si intende con il termine governare, possiamo fare un passo indietro e tornare di nuovo al termine Politica.

La politica viene spesso intesa come Scienza e tecnica, come teoria e prassi, che ha per oggetto la costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello stato e la direzione della vita pubblica.

Politica e Governo vanno quindi di pari passo. Non a caso, l’etimologia della parola, dal greco politikḗ (con sottinteso téchnē) può essere letta come tecnica di governo della Popolazione. Abbiamo quindi un salto concettuale dal buon governo della famiglia al buon governo della popolazione.

Quanti modi di governare esistono?

Se ricordate cosa ho scritto prima, politica implica governare qualcosa secondo una certa etica. Ecco perché esistono i partiti politici.

Ogni partito politico è l’espressione di un’etica (o una morale). Uso i due termini come sinonimi tuttavia esistono delle differenze tra etica e morale, ma per questo ragionamento non occorre prenderle in considerazione.

Ogni partito poi, in base alla propria etica, definisce le manovre e gli interventi che ritiene opportuni per far superare la tempesta alla nave e condurla al porto sicuro.

Ad esempio, nel corso del tempo sono esistite tante visioni politiche diverse (alcune miseramente fallite, altre condannate dalla storia avendo causato milioni di morti e altre che ancora oggi sopravvivono):

  • Il cameralismo;
  • Il mercantilismo;
  • I fisiocrati;
  • Il liberismo;
  • Il fascismo;
  • Il nazionalsocialismo;
  • Il comunismi;
  • Il socialismo;
  • Il populismo.

Noi oggi giorno siamo abituati a vedere il nostro stato diviso in sinistra, centro e destra, con le loro sfumature e i loro estremismi.

Potrei continuare per molto, ma ciò che mi interessa fare è mettere in evidenza il fatto che esistono innumerevoli visioni del mondo… e quindi innumerevoli idee con le quali bisogna confrontarsi.

E tra questo numero sterminato di idee e di ideologie… bisogna operare una sintesi…

Cos’è (veramente) un accordo politico?

Chiaramente, tra tutte queste idee, etiche, principi e ideologie a volte, occorre trovare un compromesso per garantire la stabilità e la governabilità di qualcosa. Nel nostro caso la governabilità del nostro Comune.

Ma cosa si intende realmente con compromesso?

Se consideriamo due ideologie distinte, un compromesso tra le due è la scelta di tutte le possibili parti che hanno comune (che possono accordarsi) le due ideologie.

Sicuramente, se facciamo riferimento a quanto detto su etica, politica e governo all’inizio di questo post, un compromesso politico (ovvero un accordo politico) non dovrebbe essere mai la scelta di cosa conviene di più ad un partito o alle persone che lo compongono.

Al contrario, un accordo è la scelta di tutti quegli elementi comuni ai due partiti (che vanno ad accordarsi) che convengono di più al soggetto governato. Nel nostro caso alla popolazione.

Perché tutta questa premessa?

Il tempo necessario per entrare nell’urna, apporre il proprio voto e consegnare la scheda è di circa tre minuti. In quei tre minuti stiamo decidendo i prossimi cinque anni del nostro futuro.

Ed è per questo che dovremmo approfittare del tempo che abbiamo ora, prima di quei tre minuti, per ragionare bene su quale azione compiere. Per prendere consapevolezza di quello che stiamo per fare.

Ho preferito essere molto prolisso in quanto ci aspettano molti giorni nei quali saremo letteralmente sommersi di parole e discorsi.

Sicuramente verranno usati i termini accordo, accordo politico, per il bene del paese, partito, politica etc… Il mio invito è quello di valutare attentamente i dialoghi che andrete a sostenere con tutti noi.

Vorrei invitarvi a cercare di capire se i vostri interlocutori (me in primis) stanno utilizzando questi termini secondo il loro vero significato e a cercare di capire se i vostri interlocutori (me in primis) stanno veramente parlando con voi proponendovi qualcosa di reale o stanno utilizzando la tecnica della retorica (per convincervi a sostenere un’idea).

Ma, vorrei anche invitarvi a porvi altre domande, magari più profonde (e forse scoccianti) ma che possono in realtà decidere le sorti di un Comune.

Se ripensiamo un attimo a tutto quanto scritto nella premessa, altre domande e riflessioni dovrebbero sorgere immediatamente spontanee.

Vi invito a riflettere sul fatto che a sei giorni dalla presentazione delle liste, ancora non è ben chiaro chi si propone di rappresentare il nostro paese ne come intende farlo.

Vorrei chiedervi di porvi delle domande legate prettamente al campo della politica: Quali sono le etiche in gioco? Quali sono le politiche in gioco? Tra quali alternative di governo mi viene data la possibilità di scegliere?

Vorrei poi invitarvi a chiedervi quali interventi proposti (programmi elettorali) vi convincono di più. Quali saranno i benefici per la popolazione nel momento in cui questi programmi saranno attivati?

Votare in modo consapevole

Fare qualcosa in modo consapevole significa aver valutato tutti i pro e i contro della propria scelta. Nel nostro caso, votare in modo consapevole dovrebbe significare aver risposto in modo onesto verso se stessi alle domande precedenti.

Chiudo questa lunga riflessione suggerendovi un’ultima serie di domande, forse le più importanti da porsi: sono realmente libero? Posso veramente scegliere quelli che sono i miei ideali e le mie etiche di vita? In quale alternativa mi riconosco realmente?

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